Piazza San Pietro, nel cuore del Vaticano, è stata teatro di una protesta tanto spettacolare quanto controversa. Una giovane attivista ucraina del gruppo femminista Femen, Yana Fedorets, ha tentato di sottrarre la statua del Bambinello dal presepe allestito per le festività natalizie. L’azione, rapidamente bloccata dalla polizia, ha scatenato dibattiti accesi su politica, fede e libertà d’espressione.
La Dinamica del Blitz
Questa mattina, Yana Fedorets, 25 anni, ha scavalcato le transenne che circondavano il presepe, rivelando scritte dipinte sul suo corpo: sul petto, “Where is my child” (Dov’è mio figlio) e sulla schiena, “Putin is a war criminal” (Putin è un criminale di guerra). Gridando slogan contro il presidente russo, l’attivista ha cercato di afferrare la statua del Bambinello, ma è stata fermata dagli agenti dell’Ispettorato vaticano prima di riuscire nel suo intento.
La donna è stata arrestata per atti osceni in luogo pubblico, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. La polizia vaticana, presente in piazza per i consueti controlli, ha agito con prontezza, portandola via mentre continuava a urlare accuse in lingua inglese contro Putin.
Un fotografo che documentava la scena è stato anch’esso arrestato, con l’accusa di interferire con le operazioni di sicurezza. Secondo Femen, la polizia avrebbe tentato di distruggere le immagini della protesta, ma alcune foto sono state inviate ai media prima dell’intervento.
La Rivendicazione di Femen
Il gruppo Femen ha subito rivendicato l’azione con un comunicato in cui ha dichiarato che la protesta aveva un fine umanitario: attirare l’attenzione sul presunto rapimento di 700.000 bambini ucraini da parte della Russia. Secondo l’organizzazione, l’inerzia della Santa Sede e delle istituzioni internazionali di fronte a tali crimini ha reso necessaria un’azione dirompente.
“La nostra attivista ha agito pacificamente per dare voce ai bambini ucraini sottratti alle loro famiglie. La reazione delle forze dell’ordine è stata sproporzionata e brutale”, si legge nella nota diffusa dal movimento.
Chi Sono le Femen?
Fondato a Kiev nel 2008, il gruppo Femen è noto per le sue proteste audaci e provocatorie, spesso condotte a seno nudo per attirare l’attenzione mediatica su questioni sociali e politiche. Le loro campagne spaziano dalla denuncia del turismo sessuale e del sessismo alla lotta contro le ingiustizie politiche. Il loro obiettivo dichiarato è quello di “trasformare l’immagine dell’Ucraina da meta di turismo sessuale a Paese democratico e progressista”.
L’azione di Yana Fedorets si inserisce in un contesto più ampio di tensioni geopolitiche e crisi umanitarie. Se da un lato c’è chi condanna la protesta come irrispettosa nei confronti di un simbolo religioso, dall’altro molti sottolineano il coraggio dell’attivista nell’utilizzare un palcoscenico globale per portare all’attenzione del mondo le sofferenze del popolo ucraino.
Questo episodio solleva interrogativi complessi. Quanto è lecito utilizzare luoghi sacri per veicolare messaggi politici? E quanto può una protesta simbolica scuotere le coscienze senza generare reazioni di condanna o incomprensione?
@Photo by Myriams Fotos: https://www.pexels.com/photo/baby-jesus-nativity-scene-14692977/